DALLA TERRA DELLE AQUILE
Il 21 luglio siamo arrivati nella comunità delle suore di Shengjin.
Noi, un piccolo gruppo misto di veronesi e bresciani, abbiamo trascorso, qui, nella terra delle due aquile, giorni strani e preziosi.
Cosa abbiamo fatto?
Ci siamo, solo, lasciati coinvolgere.
Prima di tutto dagli sguardi puliti dei bambini albanesi durante l'esperienza di animazione al Grever.
Li abbiamo guardati giocare dove giocano sempre: nei loro cortili. Li abbiamo seguiti con gli occhi mentre si appropriavano della loro nuova scuola, dipingendone, con le mani e con i sorrisi, i muri ancora nudi dall'intonaco.
Abbiamo ballato con loro, disegnato, raccontato storie. Ce li siamo stretti addosso, in abbracci veri.
Ma ci siamo lasciati prendere e afferrare anche dalla risata dolorosa di Lindita e della sua famiglia, che vive la situazione terribile della vendetta.
L'eroismo chiaro di chi come Valbona aiuta queste famiglie e quello schietto ma non meno coraggioso dei volontari della Casa della Speranza di Vilipoja, che prendono per mano i disabili dimenticati dalla loro Albania, ci hanno accecato.
Ci siamo, anche, sporcati per togliere lo sporco e l'immondizia dalla nuova chiesa, ancora in costruzione.
Ci siamo arrabbiati quando non abbiamo capito o non siamo stati capiti.
Ci siamo indignati quando abbiamo guardato gli occhi della miseria che abita una baracca con il tetto che cade e una puzza che fa male.
Ma ci siamo, credo, anche e soprattutto, innamorati.
Forse di un bene intravisto per strada, di un"faliminderit " sussurrato, di una gioia intuita, di un paio di occhi consumati.
I GIOVANI DEL GRIVER SHENGJIN